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Articolo pubblicato su Facebook [link] il 31 luglio 2023, pubblicazione gentilmente concessa dall'autore Luca Rota. Il sito Vocidibormio.it non si assume alcuna paternità e responsabilità relativamente ai contenuti di questo articolo; le valutazioni e considerazioni fatte rimangono dell'autore, che si ringrazia per averne concesso la pubblicazione.
«(A Bormio) un referendum abrogativo poteva decidere le sorti di un’opera pubblica fortemente divisiva tra la popolazione bormina e non solo. Il paesaggio della piana dell’Alute, quello che vediamo quando usciamo dall’ultima galleria della Statale 38, che ammiriamo dalla cima di Monte Scale, non è un patrimonio ambientale esclusiva disponibilità dei bormini, ma dell’intero arco alpino. L’Alute è il migliore biglietto da visita di un territorio che fa del turismo il motore della propria economia. […] Credo che nel Consiglio comunale si sia scritta una pagina triste della partecipazione democratica.»
Questo è un brano tratto da un lungo articolo di Angelo Costanzo, ripreso anche da Il Dolomiti, che dà conto del rifiuto opposto dal Consiglio Comunale di Bormio alla richiesta di un referendum popolare per decidere la realizzazione o meno della cosiddetta tangenzialina dell’Alute, una delle opere apparentemente secondarie nel piano delle infrastrutture per le Olimpiadi di Milano-Cortina 2026 ma nell’idea che la sostiene tra le più inutili, deprecabili e impattanti, per come il nuovo stradone sostanzialmente distruggerebbe la piana dell’Alute, ultima area a vocazione agricola della conca di Bormio, storicamente e tradizionalmente vocata a ciò nonché – come scrive Costanzo – meraviglioso biglietto da visita paesaggistico per chi giunga a Bormio dalla Valtellina e da Milano.
Approfondisco la questione nell’articolo di oggi sul blog: https://wp.me/p1E5a2-b6V
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